Σελίδες

11 Μαΐ 2010

ΣΥΜΠΑΡΑΣΤΑΣΗ ΙΤΑΛΩΝ ΚΟΜΜΟΥΝΙΣΤΩΝ ΣΤΟ ΚΚΕ

"Care compagne e cari compagni, seguiamo in questi giorni con grande apprensione le notizie economiche, politiche e sociali che giungono dalla Grecia, ma al tempo stesso vediamo con quale determinazione, coraggio e coerenza politica il KKE sia protagonista nella lotta politica e sociale che i lavoratori greci stanno producendo contro le folli politiche imposte dall'UE e dall'FMI ed accettate supinamente dal governo greco". E' quanto scrivono Francesco Francescaglia e Gianni Pagliarini, rispettivamente responsabile Esteri e Lavoro del PdCI - Federazione della sinistra.


"Lasciateci dire - continuano Francescaglia a Pagliarini - che siete un esempio di resistenza per tutti i lavoratori europei. Oggi, grazie a voi, possiamo dire che tutti i lavoratori europei devono fare come in Grecia. Le proteste, gli imponenti scioperi e le grandi mobilitazioni di questi giorni stanno spezzando il pensiero unico imposto dal neoliberismo e rendono chiari ai lavoratori di tutta Europa quali sono i rischi reali della crisi greca: l'adozione in tutti i paesi europei delle misure antisociali e antipopolari che sono state approvate in Grecia. Il capitale e la finanza internazionale, che sono i responsabili di questa crisi globale, pretendono oggi di dettare le soluzioni indicando le stesse ricette che hanno determinato la crisi. Così per il capitalismo la crisi diventa una grande opportunità per rilanciare, ancora una volta, l'ennesima ristrutturazione neoliberista, fatta di licenziamenti, eliminazione dei diritti, diminuzione dei salari e delle pensioni, privatizzazioni e smantellamento dei servizi pubblici. Ci dicono che non ci sono alternative, che servono interventi drastici per sanare i conti pubblici e far ripartire l'economia e così impongono scelte per cui a pagare i loro debiti sono sempre i lavoratori e la parte più debole della popolazione".

"Il 6 maggio - scrive il PdCI - uno dei maggiori quotidiani italiani, 'La Repubblica', ha intervistato Daniel Cohn-Bendit che ha affermato: "Sono ottimista sulle chance di Papandreu, e sulla possibilità che la società lo capisca. Shock come la violenza di queste ore alle volte sono salutari". Come sempre i rappresentanti di una certa sinistra opportunista, ex-rivoluzionari da salotto inevitabilmente finiti a sostenere il vecchio nemico, ci rivelano con chiarezza quali sono le strategie con cui il capitalismo persegue i suoi interessi: strumentalizzare il conflitto sociale per imporre le loro scelte.
Noi in Italia conosciamo bene questo modo di agire: attentati, morti e stragi per gettare nel panico la popolazione e determinare l'isolamento delle forze politiche che si battono per la trasformazione della società e il parallelo rafforzamento dei partiti di governo. In Italia l'abbiamo chiamata 'strategia della tensione', messa in pratica con il 'terrorismo di Stato' e, poi, con le grandi stragi mafiose fatte con la copertura del livello politico. Per questo comprendiamo cosa state vivendo dopo la tragica morte dei 3 dipendenti della banca di Atene e le ignobili accuse che vi sono state rivolte per cercare, senza successo, di indebolire la lotta del KKE".

"Noi dobbiamo opporci a questa escalation, dobbiamo contrastare l'ennesimo piano del neoliberismo che ricade sulle spalle dei lavoratori, dobbiamo lottare contro l'estensione indiscriminata di queste politiche agli altri paesi europei. Per questo, oggi più che mai, la vostra lotta è anche la nostra lotta.Voi ci avete lanciato un appello dall'acropoli del Partenone "popoli d'Europa sollevatevi!". Noi lo abbiamo fatto nostro. In questa fase la solidarietà internazionale dei comunisti è importante, ma deve trovare la capacità di concretizzarsi in azioni e lotte comuni. Per questo ci permettiamo di proporvi di organizzare una grande manifestazione dei comunisti e dei lavoratori europei, per affermare con chiarezza che i lavoratori europei non sono disposti a pagare la crisi e che non c'è possibilità di risolvere i fallimenti del capitalismo con questo modello di produzione e di economia. L'attacco portato ai lavoratori di un paese europeo dovrebbe oggi trovare una risposta forte da parte dei lavoratori degli altri paesi. Vi chiediamo di mettere a disposizione la vostra autorevolezza ed esperienza internazionale per chiamare a raccolta i lavoratori di tutta Europa per riaffermare, da comunisti, che la crisi non deve essere pagata dai ceti popolari e che l'unica soluzione possibile è la trasformazione di questa società e di questo modello di produzione. Vi ribadiamo il nostro sostegno - concludono Francescaglia e Pagliarini - e tutta la nostra fraterna solidarietà. Saluti comunisti".

NASTOS A. MARKO

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